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Raccontare le 150 ore per il diritto allo studio, inserendole nella storia dell'educazione degli adulti e del rapporto con il movimento sindacale, può sembrare esercizio velleitario, confinato in un orizzonte lontano. In verità ricostruire ideali e percorso di questa straordinaria esperienza - che ha coinvolto un milione e mezzo di persone e inciso fortemente sulle loro vite, sul movimento sindacale e sulla scuola - ci permette di riflettere sull'educazione degli adulti come leva di cambiamento e inclusione. Le 150 ore rappresentarono un investimento contrattuale con cui i lavoratori scambiavano salario per un processo di emancipazione individuale e collettivo. Una scommessa sulla rinegoziazione della risorsa tempo che rimetteva in discussione idee e pratiche del lavoro, nel pieno del taylorismo imperante, secondo la migliore tradizione del sindacalismo riformista che coniuga conflitto e costruzione creativa. Un'esperienza utile anche oggi in una società della conoscenza più proclamata che realizzata. Prefazione di Brunio Manchi, postfazione di Tullio De Mauro.